giovedì 25 ottobre 2018

La giovane Chiesa

Cercando di attualizzare quella "strana, ma singolare vocazione" espressione di come l'amato San Paolo VI preferiva definire la sua vocazione al papato, ci viene difficile oggi operare e realizzare ciò che nostro Fratello, Padre ed Amico Gesù ci ha tramandato con la Sua vita stessa. Più che mai,oggi i giovani hanno bisogno di sentirsi Chiesa; parlano, studiano, riflettono, compiono, criticano idee, movimenti non per chissà quale movimento anticonformista o per chissà quale animo riformista. Lo fanno certamente per sentirsi parte integrante di questa immensa discendenza, per potersi sentire più intimamente uniti a Cristo e per portare in Essa (Chiesa) le adatte rivoluzioni per una più autentica partecipazione e fervente adesione.



Ogni loro azione nasce da una sofferta ed inquieta ricerca della propria verità, della propria vocazione in una società ormai cosi superficiale e deleteria. I giovani d'oggi hanno bisogno di essere ascoltati, capiti-che non sempre risulta essere così agevole-consigliati e aiutati nel loro discernimento vocazionale di vita cristiana e non, sia nell'ambito pubblico che in quello privato. Hanno bisogno di essere ri-messi al centro di ogni discussione. Vorrebbero, quindi, sperimentare una fede che si fa esperienza, coinvolgimento, responsabilità. Non si sentono a casa in una comunità che dà loro una visione della vita appresa passivamente, o che li vuole presenti ad una preghiera che avvertono solo come un rito che non li coinvolge.
A ben vedere, i giovani stessi indicano quali sono le aperture attraverso le quali è possibile entrare in comunicazione con il loro mondo interiore, per accompagnarli in una ricerca che può aiutare tutta la Chiesa a reinterpretare la sua missione in fedeltà al Vangelo.

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